sabato 14 ottobre 2017

Abbazia territoriale della Santissima Trinità di Cava de' Tirreni

Abbatia Territorialis Sanctissimae Trinitatis Cavensis
(Badia di Cava)


La Badia di Cava deve la sua origine a sant'Alferio, nobile salernitano, che nel 1011 si ritirò sotto la grande grotta "Arsicia" per menarvi vita eremitica. L'accorrere dei discepoli, attratti dalla sua santità, lo indusse a costruire un monastero di modeste dimensioni. Fu san Pietro I (1079-1123), secondo successore e nipote di Alferio, ad ampliare grandemente il monastero facendone il centro di una potente congregazione monastica con centinaia di chiese e monasteri dipendenti, sparsi in tutta l'Italia Meridionale. 
Dal 1394 con il conferimenti da parte di papa Bonifacio IX alla terra della terra de La Cava del titolo di città e la contestuale elevazione a diocesi, il monastero venne governato non più da un abate, ma da un priore sottoposto al vescovo, mentre la comunità dei monaci formava il capitolo della cattedrale. Il vescovo, che doveva essere un secolare, godeva di tutti i privilegi e di tutti i diritti di un abate regolare sull'abbazia cavense e doveva risiedere alla Badia, la cui chiesa venne dichiarata cattedrale della nuova diocesi. Nel 1431 con l'elevazione del vescovo Angelotto Fusco alla dignità cardinalizia e la sua volontà di ritenere in commenda, percependone le rendite, l'abbazia e la diocesi cavense, inizia il periodo degli abati commendatari. L'ultimo di essi, il cardinale Oliviero Carafa (1485-1497) rinunciò alla commenda e nel 1497 papa Alessandro VI unì il monastero cavense al movimento riformato della Congregazione di Santa Giustina da Padova, detta poi Cassinense. A capo della Badia, contestualmente esclusa dalla giurisdizione del vescovo di Cava, fu messo un abate temporaneo.
La soppressione napoleonica, per merito dell’abate Dom Carlo Mazzacane, passò senza arrecare danni alla badia: 25 monaci rimasero a guardia dello Stabilimento (tale fu il titolo dell’abbazia) e il Mazzacane ne fu il Direttore.
Con la soppressione del 1866, in considerazione dei valori artistici e scientifici accumulati nelle sue mura e del fatto che erano centro di una diocesi, il monastero fu dichiarato Monumento Nazionale e affidato in custodia pro tempore alla comunità monastica.

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Riferimenti
scheda di www.catholic-hierarchy.org
pagina di it.wikipedia.org
sito ufficiale

Fonti immagini
01 pagina di upload.wikimedia.org
02 scheda di www.beweb.chiesacattolica.it
03 pagina di upload.wikimedia.org

Abati commendatari

1444-1465: Scarampi Mezzarota, Ludovico (nato Trevisan, Lodovico)

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